Blue on the road

Si chiama “Blue on the road” e prevede la sperimentazione di attività in diversi luoghi del territorio da parte di gruppi di ragazzi e adulti con autismo, con il supporto di personale specializzato e operatori culturali. È il progetto che Fondazione Bambini e Autismo Onlus sta portando avanti a favore di persone autistiche di diverse età con il sostegno di Fondazione Friuli, grazie alla quale è stato possibile ampliare il parco macchine di Fondazione Bambini e Autismo con un ulteriore mezzo, utile durante le uscite in gruppo.

Musei, spazi all’aperto, ristoranti, sono alcune delle mete delle gite, pensate a partire dagli interessi e caratteristiche delle persone coinvolte e per alleviare le restrizioni del periodo pandemico che hanno avuto pesanti ricadute per tutti e, a maggior ragione, per le persone più fragili.

Le diverse esperienze vengono valutate secondo standard di accoglienza e fruibilità che possiamo riassumere con l’espressione “autism friendly”. Le persone con autismo infatti possono avere bisogni specifici sia per quanto riguarda le modalità di comunicazione, sia relativamente alle condizioni ambientali. Rumore eccessivo, luci troppo forti, lunghe file o attese, per fare degli esempi, sono alcuni degli elementi che possono incidere negativamente nell’esperienza, anche a causa dei disturbi sensoriali che spesso si associano all’autismo. Viceversa, flessibilità, formazione e informazione possono rendere l’esperienza fattibile e piacevole per tutti.

Tra le uscite più recenti, la  Centrale Pitter di Montereale Valcellina e la mostra dedicata a Edison, ma anche la mostra ispirata a Frida Kahlo a Trieste e il Museo Archeologico nel Castello di Torre di Pordenone, dove i visitatori hanno potuto toccare alcuni reperti che fanno parte della collezione didattica, immaginandone il loro uso attuale.

Che le persone con autismo amino stare isolate e fuori dal mondo, del resto, è un cliché da tempo superato. Basta strutturare le attività nuove con un’attenta programmazione e rispettare le peculiarità di ciascuno perché l’esperienza non sia traumatica, ma al contrario accessibile, divertente ed educativa.

Si ringraziano:

Fondazione Friuli

Eupolis Studio Associato

Le strutture e tutti i partecipanti che hanno concesso l’uso delle immagini